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Secondo corso di mariologia per Il corpo diplomatico


I DIPLOMATICI LATINO-AMERICANI A LEZIONE DI MARIOLOGIA

Nel progetto di evangelizzazione promosso dalla PAMI (Pontificia Academia Mariana Internationalis), per volontà del neo presidente padre Stefano Cecchin, spicca il “Corso di mariologia per i diplomatici della Santa Sede”, di cui “Frammenti di Pace” ha dato notizia il 20 ottobre scorso, giorno d’avvio dell’iniziativa celebrata nel Senato Accademico della Pontificia Università Antonianum (per visualizzare l’articolo, clicca qui).

A distanza di un mese, si è svolto, il 20 novembre, il secondo incontro del corso presso la sede operativa della Pontificia Accademia Mariana.

Prima dell’inizio dei lavori, padre Agustin Hernandez, vicerettore della Pontificia Università Antonianum e Decano della Facoltà di Filosofia della stessa, ha rivolto il saluto agli ambasciatori presenti (che esercitano il loro mandato presso la Santa Sede, in rappresentanza dei paesi dell’America latina), ringraziandoli per la loro presenza nonché per la loro adesione ad un nuovo progetto promosso dalla Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Antonianum in fecondo dialogo operativo con la PAMI: una cattedra interdisciplinare di filosofia latino-americana, volta a sviluppare un cammino integrale di formazione della persona, nella quale alcuni ambasciatori interverranno in qualità di docenti, portando il contributo della loro variegata esperienza internazionale.

Dopo il saluto di padre Hernandez, la signora Rita M. De Moya Santana de Grimaldi, moglie dell’ambasciatore di Santo Domingo, ha voluto offrire alla Pontificia Accademia Mariana Internazionale una medaglia che la sua famiglia aveva ricevuto in occasione del Congresso Mariologico Mariano Internazionale celebrato a Santo Domingo nel 1965. A 52 anni da quell’evento storico sia per Santo Domingo come per la storia della mariologia, la famiglia Grimaldi ha voluto che questa significativa medaglia sia custodita dalla PAMI in segno di amicizia e di continuità con il suo impegno di evangelizzazione mariana nel mondo e in special modo in America.

Il presidente della PAMI ha quindi dato inizio alla sua lezione sul tema della “Immacolata Concezione”.

La discussione teologica – ha spiegato padre Stefano – ebbe inizio fin dagli esordi del Cristianesimo, quando il mondo pagano e una parte del mondo ebraico volevano negare la divinità di Gesù. Inventarono, a tal fine, una storia fantasiosa, secondo la quale Gesù era figlio illegittimo di un soldato romano e Maria era stata ripudiata da Giuseppe in quanto colpevole di adulterio (come si può osservare, la “macchina della disinformazione” non appartiene solo ai nostri giorni…).

L’obiettivo degli spargitori di falsità, al di là dei dubbi sollevati sulla moralità di Maria, era evidente: Gesù non poteva essere il Messia perché era romano e non ebreo.

La discussione su Maria si sviluppò, poi, anche dentro la Chiesa cattolica, con riferimento al rapporto tra il peccato originale e l’Immacolata Concezione.

Mentre gli orientali non ebbero alcun problema a riconoscere, da subito, la santità e l’immacolatezza della Madre di Gesù, nel mondo occidentale andò avanti a lungo un acceso dibattito, alla cui soluzione diede un notevole contributo il beato Duns Scoto.

Padre Cecchin ha spiegato molto bene i vari aspetti della questione, presentando i diversi punti di vista fino alla definitiva conclusione della vicenda. Che si ebbe con la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, emanato da Papa Pio IX l’8 dicembre 1854 con la bolla “Ineffabilis Deus”. La quale bolla sanciva che la Vergine Maria era stata preservata dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento.

Sull’argomento è intervenuto, in tempi recenti, anche il Papa emerito Benedetto XVI spiegando che, all’epoca di Duns Scoto, molti teologi opponevano obiezioni alla dottrina secondo la quale Maria era esente dal peccato originale.

Le implicazioni erano gravi, perché l’universalità della Redenzione operata da Cristo – evento assolutamente centrale nella storia della salvezza – poteva apparire compromessa da una simile affermazione.

Duns Scoto espose allora un argomento che venne poi adottato dal beato Pio IX all’atto della solenne proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione.

L’argomento è quello della “Redenzione preventiva”, secondo la quale l’Immacolata Concezione rappresenta il capolavoro della Redenzione operata da Cristo, perché proprio la potenza del suo amore e della sua intercessione ottenne che la Madre fosse immune dal peccato originale.

I Francescani accolsero e diffusero con entusiasmo questa dottrina, ed altri teologi s’impegnarono – dietro solenne giuramento – a difenderla e perfezionarla.

Benedetto XVI ha spiegato che teologi di valore, come Duns Scoto, hanno arricchito con il loro contributo di pensiero “ciò che il popolo di Dio credeva già spontaneamente e manifestava negli atti di pietà, nelle espressioni dell’arte e nel vissuto cristiano”. Tutto questo grazie a quel soprannaturale “sensus fidei”, a quella sensibilità infusa dallo Spirito Santo, che abilita ad abbracciare le verità della fede con l’umiltà del cuore e della mente. Possano sempre i teologi – ha auspicato il Papa emerito – mettersi in ascolto di questa sorgente e “conservare l’umiltà e la semplicità dei piccoli…”.

L’incontro si è concluso con l’impegno degli ambasciatori di ritrovarsi nella sede della Pontificia Accademia Mariana Internazionale il prossimo 7 dicembre per approfondire la riflessione affrontando l’argomento della nascita di Gesù.

Antonio Gaspari e Massimo Nardi


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