Mariologia per gli Ambasciatori
Un evento «storico» – l’ha definito nel suo saluto introduttivo padre Giuseppe Buffon, decano della facoltà teologica e direttore del centro ricerca della Pontificia Università Antonianum –. Un evento finalizzato ad aprire un percorso fra l’Academia Mariana e tutto il corpo diplomatico per individuare insieme le vie di uno sviluppo più armonioso e pacifico.
Questo il senso del “Corso di mariologia per i diplomatici della Santa Sede”, svoltosi oggi presso l’Antonianum, l’università cattolica dei Frati minori francescani con sede a Roma in Via Merulana. La stessa sede dove è ubicata anche la PAMI (Pontificia Academia Mariana Internationalis), l’ente pontificio fondato dai francescani che costituisce l’anello di collegamento fra tutti i cultori di mariologia: cattolici, ortodossi e protestanti.
Il corso è stato tenuto da padre Stefano Cecchin, presidente della PAMI, che si è rivolto in lingua spagnola ai diplomatici presenti, appartenenti all’area geografica latino-americana. Ma prima di entrare nel vivo della materia oggetto del corso, padre Cecchin ha voluto fare una sintetica premessa in lingua italiana per illustrare le motivazioni del corso medesimo.
I diplomatici – ha detto Cecchin – svolgono un alto ruolo di mediazione politica. Ma allora perché dovrebbe interessare loro (al di là di una sensibilità di tipo religioso appartenente alla sfera individuale) un discorso sulla Vergine Maria?
A questa domanda padre Cecchin ha dato una risposta chiara e incisiva: perché il mondo occidentale è giunto su un binario morto del suo sviluppo storico a causa di un drammatico errore antropologico. Un errore che risale all’Illuminismo e alla dittatura della ragione. Nello sforzo di spiegare tutte le gamme dell’esistenza attraverso un approccio di tipo razionale, abbiamo costruito una sorta di “antropocentrismo” che esclude dalla società le componenti di tipo femminile. L’emotività, la tolleranza, la tenerezza di natura femminile sono state marginalizzate dall’asprezza e dalla critica tagliente di stampo maschile. E a causa di questa distorsione culturale, le ragioni dello scontro e del conflitto hanno prevalso su quelle della tolleranza e della composizione diplomatica delle crisi.
Noi Francescani – ha sottolineato Cecchin – lavoriamo al recupero della «dimensione femminile» non solo nell’ambito della religione e della devozione, ma anche nella pratica di vita quotidiana. Di cui la politica costituisce un’imprescindibile esigenza relazionale, volta a garantire equità sociale e rispetto della dignità umana. L’anima e il corpo non sono due monadi tra loro separate, ma due entità fuse insieme nell’altissimo disegno della creazione. Dall’accettazione di questi concetti deriva il rispetto reciproco delle culture e la capacità di stabilire una convivenza pacifica.
E per rafforzare le sue parole, padre Cecchin ha mostrato agli ambasciatori (tra le slide che ha utilizzato di supporto al corso) una copertina della celebre rivista “National Geographic”, dove campeggia un’immagine della Madonna con la scritta “Mary. The Most Powerful Woman in the World”. Maria, la donna più potente del mondo, perché il culto mariano è trasversale a diverse aree geografiche e confessioni religiose, dai cattolici agli induisti ai musulmani. E proprio per questo, una concezione di vita improntata ai valori mariani comporta, di per sé, una reciproca accettazione delle culture. L’Academia Mariana ha appunto questa vocazione, ha ribadito padre Stefano: «cercare di conoscere le culture, avere la mente aperta per accogliere, incontrare, amare le culture…».
Una volta chiarito il filo conduttore fra l’assimilazione di una cultura di tipo mariano e le sue possibili ripercussioni nel mondo della diplomazia e della politica, padre Cecchin è passato ad illustrare la storia e la missione della PAMI: dalla costituzione di una Commissione presso il Pontificio Ateneo Antonianum, affidata alla presidenza di padre Carlo Balic, titolare della cattedra di mariologia, con il fine di organizzare e dirigere le attività mariologiche e mariane, alla nascita della Academia Mariana ad opera dello stesso Balic (29 aprile 1947).
Per un approfondimento della storia e della missione statutaria della PAMI, rinviamo alla pagina CHI SIAMO dell’ente pontificio: www.pami.info/chi-siamo
Per concludere, il “Corso di mariologia per i diplomatici della Santa Sede” oltrepassa di molto il valore di un semplice seminario conoscitivo: rappresenta una tappa significativa dell’azione complessiva della Chiesa per favorire le ragioni del dialogo a livello mondiale e contrastare la “guerra a frammenti” che serpeggia in vaste aree del globo.
Un’iniziativa di caratura internazionale fortemente incardinata nella realtà attuale e, al tempo stesso, ispirata al programma di Papa Francesco della “Chiesa in uscita”. E che conferma la stretta collaborazione tra l’Antonianum e l’Academia Mariana all’insegna della comune appartenenza francescana, e della responsabilità che tale appartenenza comporta in questa complessa fase di transizione storica.
Massimo Nardi
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